la casa nel Bosco

Situata nel bel mezzo del Monte Pisano, Area Naturale Protetta, offre numerosi itinerari naturalistici attraverso i quali è possibile apprezzare un territorio unico che fa da spartiacque tra le città di Pisa e Lucca e le loro pianure ricche di storia e di luoghi incantevoli.

Da qui partono molti sentieri, percorribili in mountanbike, a cavallo o a piedi, che permettono di raggiungere le cime di questa piccola catena montuosa: il Serra, il Cascetto, lo Spuntone di Santallago, il Faeta, la Verruca dalle quali lo sguardo può vagare su panorami che vanno dalla pianura al mare e dalle Alpi Apuane agli Appennini. [sezione CAI di Pisa]

Dalla Casa di Alberto sono inoltre facilmente raggiungibili anche il pianoro di Pianbello, affascinante per la sua selve di castagni ed il pianoro di Santallago, un tempo magnifica tenuta, oggi luogo di svago e relax.

Alberto

Severo e geloso custode dei “suoi monti”, è sempre stato presente con autorevolezza e competenza ad ogni evento che riguardasse la loro difesa e salvaguardia.

Fiero e appassionato cacciatore di beccacce e non “sparatore” come definiva gli odierni cacciatori, nel suo andare per monti alla ricerca della “regina del bosco” era affascinato e rapito più dall’incanto della natura, dai suoi profumi e dai suoi colori che dall’intento di voler colpire la preda.

Definito da molti “ingegnaccio” è passato dal progettare presepi meccanici a intraprendere, nell’arco della sua intensa vita, attività imprenditoriali sempre tra loro diverse pur di garantire a se stesso ed agli altri la continuità del lavoro.

Attento e scrupoloso ha sempre rispettato l’ambiente che lo circondava e la sua passione per la natura lo ha portato a vivere quasi in simbiosi con essa fino a ritirarsi nella sua casa in mezzo al bosco.

Calci

Il territorio del Monte Pisano per la sua ricchezza di boschi, animali selvatici, abbondanza di acqua, terreni fertili e clima temperato, ha offerto da sempre un’ottima qualità di vita e proprio sul suo versante sud-ovest, in un’ampia conca chiamata “Valle Graziosa” si adagia il paese di Calci. Questo appellativo fu dato alla valle (secondo A.Manghi) nel 1368 dall’Arcivescovo Moricotti, quando nominò il primo Priore del Cenobio Certosino, non solo per il senso di spiritualità che si respirava nella costruenda Certosa ma anche per l’incanto della natura che la circondava e la circonda. [Museo di Storia Naturale e Certosa Monumentale]

La Certosa (1366) e la Pieve Romanica (1111) sono i due monumenti più importanti della valle, ma non da meno sono le chiese, i monasteri e gli antichi romitori che si annidano sulle pendici dei monti calcesani: la Chiesa della Madonna della Neve a Montemagno, il Convento e la Chiesa di Sant’Agostino a Nicosia, la Chiesa di San Michele Arcangelo a Castelmaggiore, la Chiesa di San Bartolomeo a Tre Colli, l’Eremo di San Bernardo e la Badia di San Michele Arcangelo alla Verruca, trasformata questa alla fine del XV secolo in  avamposto militare al servizio della Fortezza [Vallegraziosa]

Ed è proprio l’antichissima Fortezza della Verruca che sovrastando l’intera Valle Graziosa ci offre uno stupendo ed imperdibile panorama, è da qui che, nelle giornate più limpide, possiamo vedere l’entroterra pisano fino a Volterra, le isole fino alla Corsica e la costa tirrenica fino alla Liguria. Fin dai tempi più antichi la Fortezza della Verruca è stata un ottimo punto di avvistamento per  il controllo della pianura pisana e del suo antico porto. [Compagnia di Calci]

L’anfiteatro della Valle Graziosa, caratterizzato da due grandi vallate, quella di Castelmaggiore e quella di Montemagno nelle quali scorrono i due rami del torrente Zambra, si estende dal Colle dell’Uccelliera fino a quello di Crespignano sul quale svetta la Torre degli Upezzinghi, ultimo baluardo del Castello di Caprona.

Calci è ai piedi di questo stupendo anfiteatro costellato da piccoli Borghi.

i presepi

Tre presepi storici animati, opere d'arte costruite a più mani da maestri artigiani che oggi, grazie alla disponibilità del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, hanno trovato finalmente una loro giusta collocazione.

La loro storia inizia alla fine degli anni quaranta dello scorso secolo quando Alberto e Renzo Meucci, appena diplomatisi all'Istituto Tecnico di Pisa, scelgono, insieme ad altri amici del gruppo parrocchiale, di progettare e costruire presepi meccanici.

Il primo presepio viene allestito nella Pieve di Calci per il Natale del 1948. Ne verranno presto molti altri. Alberto e Renzo continuano infatti a costruire insieme i loro presepi portandoli da Calci a Pisa, poi a Livorno, e poi ancora a Bologna, Verona, Milano, Torino, Parma, Ferrara, ma anche Bogotà ed infine a Roma. Visitati da decine di migliaia di persone, i presepi Meucci raccolgono successo e ammirazione ovunque,. Diversi quotidiani e periodici, sia italiani che stranieri, li recensiscono e anche la televisone dell'epoca li riprenderà più volte.

Agli inizi degli anni sessanta, però, i due autori decidono che è giunto il momento di dedicarsi ad altre cose. I personaggi, le case, i minareti, le rovine romane e tutti i materiali che servivano per l'allestimento dei presepi verrànno riposti in alcune grandi casse di legno. Riposti, per oltre quarant'anni, ma non dimenticati. Torneranno alla luce solo nel 2002, per iniziare un nuovo viaggio...

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